Tarquinia

Tarquinia

Tarquinia è una meravigliosa città della Tuscia meridionale, in provincia di Viterbo, dalla quale dista circa 40 chilometri.

Posta su un colle a 133 metri di altitudine, vanta una vista mozzafiato sulla valle del fiume Marta e sul mare della costa tirrenica.

La città è famosa per il suo preziosissimo patrimonio storico, necropoli dal valore inestimabile riconosciute, dal 2004, come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Tarquinia è però una preziosa risorsa anche sotto l’aspetto naturalistico, il territorio ospita infatti la Riserva Naturale Saline di Tarquinia, area protetta destinata al ripopolamento animale e gestita dal Corpo Forestale dello Stato.

Cosa vedere a Tarquinia

Tarquinia è un bellissimo borgo medievale-rinascimentale , alle sue spalle sorge l’antico centro etrusco-romano, collocato sul colle soprannominato “La Civita”.

  • Necropoli di Tarquinia. Riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità UNESCo dal 2004, la Necropoli di Tarquinia di Monterozzi è una delle più importanti dell’Etruria, celebre per le sue meravigliose tombe dipinte, preziosissima testimonianza di arte etrusca e di pittura antica antecedente all’Età Imperiale Romana. Le tombe sono della tipologia a tumulo, con camere scavate direttamente nella roccia. Tra le tombe più importanti quelle del Guerriero, delle Leonesse, degli Auguri, della Pesca e della Caccia, dei Festoni degli Scudi, del’Orco, dei Leopardi e dei Giocolieri.
  • Palazzo Vitelleschi. Sede del Museo Nazionale Tarquiniese, i lavori per la costruzione di questo palazzo iniziarono nel 1436 e terminarono nel 1490. Il palazzo fu commissionato dal Cardinale-Condottiero Vitelleschi. Al progetto originario partecipò, con molta probabilità, Michelozzo Michelozzi, celebre architetto fiorentino. L’edificio è oggi inglobato nelle vecchie mura della città e mostra i segni del passaggio dall’architettura gotica a quella rinascimentale. L’edificio è notevole, con la sua scalinata, la loggia e le grandi finestre, ma il suo aspetto più interessante è certamente rappresentato dalla collezione di opere etrusche, la seconda per importanza dopo Roma e Firenze.
  • Museo Archeologico di Tarquinia. Ospitato all’interno dell’antico Palazzo Vitelleschi di Tarquinia, il Museo Archeologio Nazionale è dedicato all’esposizione di reperti di epoca etrusca e romana. Venne inaugurato nel 1924 grazie alla fusione di due importantissime collezioni del XIXI secolo, la raccolta omunale e la collezione privata conti Bruschi-Falgari. Vi si possono visitare gli affreschi originali trasferiti direttamente dalle tombe della Necropoli di Monterossi, ricostruzioni di tombe e sculture.
  • Chiesa di Santa Maria di Castello. Splendido esempio di arte romanica italiana, questa chiesa venne costruita a partire dal 1121 e terminata solo nei primi del 1200, venne infatti consacrata nel 1208. 
  • Chiesa di San Francesco. Questa chiesa venne costruita a partire dal 1230, anno in cui i frati Francescani si stabilirono nella città di Tarquinia. La chiesa è molto grande ed ha una facciata dallo stile semplice ed austero.
  • Chiesa di San Martino. Sorge nella parte nord della città e la sua costruzione risale al XII secolo. All’interno si contano sei imponenti colonne in peperino, sui capitelli sono ben visibili figure animali, come ad esempio il Cavallo di San Martino che si allontana da un pellicano mentre un orso che sta per aggredirlo viene sorpreso da un feroce drago. 
  • Chiesa della Santissima Annunziata. La chiesa è collegata ad un proprio convento per mezzo di un ponte. Venne costruita tra il XII ed il XIII secolo. La facciata mostra interessanti elementi stilistici, una rosa e uno zigzag bianco e nero probabilmente in stile siculo-normanno. L’interno è a pianta egizia. Il grande altare poggia su un capitello corinzio risalente al II secolo a.C.
  • Chiesa di San Giacomo Apostolo. Questo antico edificio venne costruito nel XIII secolo. Si caratterizza per la sua cupola bassa e di forma emisferica, che rimanda allo stile bizantino e arabo e rimanda alle chiese del sud Italia. La facciata è stata restaurata nel XVII secolo.
  • Chiesa di San Giovanni Battista (o San Giovanni Gerosolimitano). Mostra una facciata con una rosa e de fronti di sarcofagi. L’interno è in stile gotico e ricco di affreschi.
  • Chiesa del Suffragio. Originariamente mostrava una meravigliosa facciata barocca ma i numerosi restauri ne hanno profondamente cambiato l’aspetto. Da notare al suo interno, i capitelli in stile ionico.
  • Chiesa di San Leonardo. La facciata della chiesa è molto semplice, l’interno invece, è un magnifico esempio di barocco romano, con un imponente sarcofago stile Impero di colore nero e oro.
  • Palazzo Comunale. Sorge in Piazza Matteotti, accanto alla Chiesa del Suffragio e davanti alla Chiesa di San Leonardo, di fronte alla fontana in stile barocco costruita nel 1724. L’edificio venne costruito nell’XI secolo e più volte modificato nel corso degli anni. Gli interni sono decorati con affreschi raffiguranti Leggende e Storie della città di tarquinia, realizzati tra il 16289 ed il 1631 da Camillo Donati, questi affreschi ritraggono Re etruschi di Roma, il massacro di Federico II, Gregorio V, il Cardinale Vitelleschi, celebrato come il “Terzo Fondatore di Roma”.
  • Chiesa di San Pancrazio. Chiesa oggi sconsacrata e adibita a sala concerti e mostre.
  • Chiesa di Santa Maria di Valverde. Costruita nel XIII secolo, questa chiesa sorge sotto le mura della città. Di particolare interesse una pala d’altare del 1450 raffigurante i quattro santi martiri protettori di Tarquinia (San Secondiano, San Teofanio, San Lituardo e San Pantaleone).
  • Duomo di Santa Margherita. Di origine antica, questo edificio venne parzialmente distrutto da un incendio e ricostruito nel 1656. Dell’originaria struttura, rimane solamente il presbiterio. Al suo interno si trova uno dei cicli di affreschi più belli di tutto l’Alto Lazio, realizzato da Antonio Massari, detto “il Pastura”, e raffiguranti alcune scene della vita della Vergine (1508-1509), tre affreschi raffigurano Profeti e Sibille (David, Giosuè e Isaia) ed un quarto affresco l’Incoronazione della Vergine. Altri bellissimi affreschi raffigurano la Nascita di Maria (sulla sinistra) e lo Sposalizio della Vergine (sulla destra).
  • Cinta Muraria e sistema difensivo
    La cinta muraria della città è suddivisa in due fasi. La prima è caratterizzata da conci di macco rettangolari regolari, che si imposta sul banco roccioso a vista, si sviluppa intorno a zone di facile accesso; corrisponde all’ampliamento della città, oltre a castello, nei terzieri di Poggio e Valle (secc. IX- XII); la seconda fase corrisponde a castro novo. I conci sono di misura ridotta rispetto a quelli del periodo precedente e l’impianto difensivo si caratterizza come un sistema militare con fossato. 
    Casa natale di V. Cardarelli

    Edificio che si affaccia su un piccolo cortile. Accanto all’ingresso una lapide in marmo ricorda che in questa casa il 1 maggio 1887 è nato V. Cardarelli (Corneto-Tarquinia 1887- Roma 1959). Poeta, saggista e prosatore, fondatore, insieme a R. Bacchelli, E. Cecchi ed altri intellettuali attivi a Roma negli anni Venti del Novecento, della rivista La Ronda (1919-23), noto soprattutto per le poesie e per le note autobiografiche, in particolare sui numerosi viaggi.
    Palazzo Vipereschi
    Questo edificio venne costruito utilizzando parzialmente la struttura del palazzo rinascimentale dei Vipereschi (sec. XV) e risale agli anni del pontificato di Pio V (1775-99). L’esecuzione fu affidata a P. G. Massei, decano dei Conservatori della città di Roma nel 1782. Sul lato del palazzo che si affaccia su via della Salute è ancora visibile un finestrone con l’insegna della famiglia. Dal 1627, durante il pontificato di Urbano VIII, il palazzo, trasformato in carcere, iniziò ad ospitare gli ecclesiastici che si erano macchiati di colpe. Oggi è sede dell’Università Agraria di Tarquinia. 

 

Storia

Pur avendo poche notizie dalle fonti antiche (gli scritti di Cicerone, Livio, Strabone e Dionigi di Alicarnasso), sappiamo per certo che Tarquinia fu una delle più importanti città dell’Antica Etruria. 

Secondo la leggenda la città sarebbe stata fondata da Tarconte, figlio di Tirreno – Re della Lidia che portò gli Etruschi in Italia -, donandogli il suo stesso nome. Più tardi, sempre secondo il mito, Tarquinia avrebbe accolto la presenza del divino fanciullo Tagete,  il cui merito fu quello di aver insegnato al popolo dell’Etruria l’arte aruspicina, la pratica divinatoria che si attuava attraverso l’osservazione delle viscere degli animali sacrificati, arte che rese celebre il popolo etrusco per moltissimi secoli.

Le origini della città antica di Tarquinia – “Turchuna” in etrusco e Tarquinii in Latino – risalgono al X secolo a.C., alla fine dell’Età del Bronzo. La città, come tutte le altre principali del territorio dell’etruria, venne fondata su un colle in prossimità del mare. Lo sviluppo urbano proseguì anche durante l’Età Villanoviana, tra il IX e l’VIII secolo a.C., in questo periodo esisteva un grande villaggio di capanne e tanti piccoli villaggi satelliti e necropoli.

In epoca Villanoviana Tarquinia era una città ricca e florida, la più importante del territorio, grazie anche al controllo esercitato sui Monti della Tolfa per l’estrazione dei minerali. Tra l’VIII ed il VI secolo a.C. il villaggio di capanne divenne gradualmente una città di case in muratura – come è facile intuire inizialmente riservate al nuovo ceto aristocratico -, e sempre a questo periodo risale la monumentalizzazione delle necropoli, con la nascita della più importante, quella di Monterozzi, dove vennero realizzate le prime tombe a camera. Queste tombe erano però riservate a sacerdoti e principi, come si evince dai preziosissimi corredi funebri, grazie ai quali è stato anche possibile stabilire l’esistenza di contatti e scambi commerciali anche con i paesi del Mediterraneo Orientale.

Tra il VI ed il V secolo a.C. Tarquinia visse il suo periodo di massimo splendore economico e politico, è a questo periodo che risalgono le maestose tombe dipinte della Necropoli di Monterozzi, la costruzione del Porto di Gravisca e del Santuario Emporico. Il porto, costruito agli inizi del VI secolo a.C. era frequentato da mercanti provenienti dalle terre del Mediterraneo orientale, ma anche da artigiani ed artisti che lavorarono alle dipendenze della ricca classe aristocratica tarquiniese. Anche la città, sul colle della Civita, fu sottoposto ad importanti opere di restauro che riguardarono principalmente i templi e gli edifici pubblici e privati. 

Verso la fine del V secolo a.C. tutta l’Etruria visse un periodo di recessione economica ed anche Tarquinia ne fu interessata subendo una importante crisi di carattere politico-sociale. Tale crisi però durò solo qualche decennio e già agli inizi del IV secolo a.C. riprese il suo ruolo dominante sull’Etruria, assumendo anche il comando della Confederazione delle Città Etrusche, nata a difesa dagli attacchi di Roma da sud e dei Celti da nord. Proprio in questo momento viene costruita la cinta muraria – lunga 8 km – e viene ristrutturato il Tempio dell’Ara della Regina. I primi scontri tra la potenza romana e Tarquinia avvennero tra il 358 e il 351 a.C., in contemporaneità​ con la caduta della città di Veio. I romani riuscirono a conquistare, verso la prima metà del III secolo a.C., la fascia costiera e, nel 90 a.C. Tarquinia divenne un municipio romano, retto da quattro magistrati.

Nel IV secolo Tarquinia venne innalzata al ruomo di sede vescovile ed è a questo periodo che risale lo spostamento della città dall’antica location scelta dagli etruschi in favore di un vicino colle, quello dove si trova attualmente. Nei secoli successivi Tarquinia divenne una città molto potente e tra il IX e il XIII secolo vennero costruiti l’imponente cinta muraria, alcuni castelli rurali e maestose chiese. Durante il medioevo la città fu fu lo scenario di sanquinosi avvenimenti, superò alcuni importanti assedi ed il terribile massacro ordinato dall’Imperatore Federico II nel 1245.  Tarquinia è la città che donò i natali a Giovanni Vitelleschi, ordinato Cardinale nel 1437. Giovanni fu un Cardinale-Condottiero che impose con la spada il volere dell’allora Pontefice Gregorio IV. Alla morte del Cardinale, avvenuta nel 1440, la città di Tarquinia passò sotto il controllo della chiesa. Nel 1798 Tarquinia venne occupata dai francesi e nel 1809, seppur per un brevissimo periodo, dagli inglesi.

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